C’è qualcosa di profondamente marcio nello stato della Germania e non è una frase a effetto
Friedrich Merz, fresco vincitore delle elezioni, ha sentito l’urgenza di rassicurare il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu: “Troveremo il modo affinché possa visitare la Germania e lasciarla senza essere arrestato.” Un’affermazione che, tradotta dal politichese, significa: la Germania si pone ufficialmente al di sopra del diritto internazionale, decidendo di proteggere chi è accusato di crimini gravissimi, mentre lo stesso governo continua a criminalizzare coloro che denunciano l’ingiustizia.
Merz non ha neanche provato a nascondere il senso del suo messaggio. Nessun imbarazzo, nessuna esitazione: ha reso esplicito l’impegno della Germania a sabotare la Corte Penale Internazionale (CPI).
C’è un leader accusato di aver orchestrato massacri che può contare su un’accoglienza da capo di stato, con la promessa che la giustizia internazionale non lo sfiorerà.
Un’inversione morale spaventosa.
Una discesa verso un cinismo senza freni che ricorda epoche che si sperava fossero sepolte.