Gaza: La Cancellazione di un Popolo

Il tempo delle parole diplomatiche, dei silenzi complici, è finito. La verità è insopportabile, ma va pronunciata con forza: ciò che sta accadendo a Gaza non è una guerra, non è un conflitto, non è una crisi. È l’annientamento sistematico di un popolo, la cancellazione totale di un’identità.

Le immagini che ci arrivano, le notizie che filtrano, le voci che si spengono una dopo l’altra raccontano di un massacro senza giustificazione, di una violenza che non ha pietà per niente e nessuno. Un’oscurità che, lentamente, inghiotte ogni cosa.

Gaza è la sintesi di una lunga tradizione di disumanizzazione. È il terreno in cui, giorno dopo giorno, si è consumata una violenza senza limiti. Ogni bombardamento, ogni attacco, ogni blocco, ogni silenzio della comunità internazionale è stato testimone di un crimine che si sta compiendo sotto i nostri occhi, senza che nessuno alzi un dito.

La cancellazione di Gaza non è solo una tragedia geografica, è un attacco diretto alla nostra umanità, una ferita che macchia le coscienze di chi assiste senza reagire. È il segno che la memoria storica è diventata un lusso che non possiamo più permetterci. In questo scenario non esiste una “parte giusta”. Esistono solo i carnefici e le vittime. E il destino delle vittime è scritto con il sangue, senza possibilità di appello.

In questi giorni di silenzio e morte, mentre la comunità internazionale si gira dall’altra parte, la nostra responsabilità è chiara: non possiamo più fare finta di non vedere. La nostra civiltà è marcia, le leggi internazionali sono un’illusione e la parola giustizia è ormai un bozzolo vuoto, incapace di dar voce a chi è stato silenziato.

Non ci sarà alcun tribunale che punirà i colpevoli di questi crimini. Nessuna corte internazionale emetterà una condanna. Siamo ufficialmente complici, testimoni, spettatori passivi di una vergogna che resterà impressa nelle pagine più buie della storia dell’umanità.

Nessuna Norimberga: Gaza è la fine, non della lotta, ma della speranza che un giorno qualcuno risponderà di tutto questo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *