Dopo mesi di propaganda sulla “distruzione” di Hamas, il mondo ha visto la realtà: migliaia di combattenti ancora armati e organizzati nelle strade di Gaza. Israele, con tutto il suo potere militare e il sostegno incondizionato dell’Occidente, non è riuscito a eliminare la resistenza palestinese, nonostante una campagna di bombardamenti devastante che ha ridotto Gaza in macerie e causato decine di migliaia di vittime civili.
Un genocidio in diretta mondiale
L’assalto israeliano non è stato solo una guerra contro Hamas, ma un’aggressione sistematica contro la popolazione palestinese. Ospedali distrutti, intere famiglie sterminate, bambini uccisi a migliaia: tutto questo è avvenuto sotto gli occhi del mondo. Il massacro di Gaza è stato giustificato come un’operazione antiterrorismo, ma i numeri raccontano un’altra storia: la maggior parte dei morti sono civili, persone comuni che hanno pagato il prezzo della vendetta israeliana.
Nonostante tutto, Israele non ha raggiunto i suoi obiettivi. Hamas non è stato annientato e la liberazione degli ostaggi è avvenuta solo alle condizioni palestinesi. Questo è un fallimento militare e politico per Netanyahu, che ha basato la sua strategia su una repressione cieca e disumana.
L’Occidente complice
Gli Stati Uniti, il Regno Unito e l’Europa hanno fornito a Israele armi, fondi e protezione diplomatica. Hanno ignorato i crimini di guerra, hanno bloccato ogni tentativo di tregua e hanno giustificato l’ingiustificabile. Questo non è un semplice appoggio politico, ma una complicità diretta in una catastrofe umanitaria.
Mentre la comunità internazionale impone sanzioni ad altri paesi, Israele continua ad agire impunemente. Il doppio standard è evidente: se fosse stato un altro paese a compiere simili atrocità, la risposta sarebbe stata ben diversa.
Un simbolo di resistenza
Nonostante l’enorme disparità di forze, la resistenza palestinese non è stata sconfitta. Gaza è diventata un simbolo di resistenza contro l’oppressione e il popolo palestinese ha dimostrato ancora una volta che la libertà non si può cancellare con le bombe.
Israele ora si trova di fronte a una realtà scomoda: ha fallito militarmente, ha perso credibilità internazionale e ha mostrato al mondo il vero volto del suo regime di apartheid. L’Occidente, dal canto suo, dovrà fare i conti con la propria ipocrisia e con le conseguenze del suo sostegno incondizionato a una politica di distruzione e morte.
La storia giudicherà questi crimini, e quando lo farà, nessuno potrà dire di non aver visto.
Questa prospettiva mette in luce una verità fondamentale sulla fragilità della civiltà: senza verità non può esserci giustizia e senza giustizia il progresso è vuoto. Quando i media diventano strumenti di propaganda, quando gli studiosi evitano le controversie e quando la storia viene distorta per servire il potere, una società scivola verso il declino morale e intellettuale.
Il vero progresso non si misura solo con la ricchezza o la tecnologia, ma con l’integrità delle sue istituzioni e il coraggio del suo popolo nel confrontare le verità scomode. Una società giusta richiede un impegno per la verità e l’onestà storica. Altrimenti, rischia di diventare un guscio vuoto—prospera in superficie, ma profondamente corrotta nel suo cuore.